Terza Tappa di PugliaSlowTour: Alberobello - Mass. Catucci - San Marco
Si può diventare esperti di trulli in un giorno?
Sono le 8,30 in punto e l’appuntamento è ad Alberobello: siamo nella patria vera dei trulli, vuoi che non troviamo un maestro serio? Proprio all’ingresso della città Unesco incontriamo la bottega Annese, dove ci attende il maestro Francesco Annese. Esperto maestro trullaro con un’esperienza tramandata di padre in figlio, Francesco con poche parole ma con un chiaro linguaggio delle sue mani ci fa vedere come si costruisce dal “nulla” un trullo.
Tanto è bravo che insegna a tutti a costruire un classico souvenir alberobellese: un trullo fatto con vera pietra calcarea. è un attimo e, con un gran sorriso, adulti e bambini, diventiamo tutti “piccoli” maestri trullari!!!
Sono le ore 10, è tardi: dobbiamo metterci sulle nostre bici per raggiungere contrada Capitolo! Non ci sembra vero: nemmeno il tempo di metterci in sella che già vediamo un cartello che segna la fine del territorio di Bari e l’inizio di Martina Franca e quindi di Taranto. Pedaliamo tra alte querce, muretti a secco, aie e trulli.
Fa caldo e trovare una fontana dell’Acquedotto Pugliese ci sembra un miracolo! Effettivamente la fontana è davanti ad una chiesa: siamo a contrada Capitolo! Non possiamo sostare molto perché c’è qualcuno che ci attende. Entriamo finalmente in un viale: è strettissimo tra mura alte a secco e la strada brecciata...siamo arrivati! Siamo a Masseria Catucci, un agriturismo dove Antonio trasforma i prodotti del suo orto in cibi straordinari. Ma non è ancora ora di mangiare: qualcuno ci aspetta per lavorare! Lasciamo le nostre bici al fresco, sotto un fragno monumentale meraviglioso. Dobbiamo raggiungere il vigneto qualche metro più avanti. È in atto la vendemmia: c’è aria di festa! Il cassone attaccato al trattore all’ingresso del vigneto è già pieno di grappoli di uva Minutolo, Bianco d’Alessano e soprattutto della profumata Verdeca. Siamo già ubriachi, ubriachi di bellezza! Peppino si avvicina e ci dice: “A quest’ora si viene? Noi abbiamo già finito! Mè mo sedetevi con noi che dobbiamo fare il capocanale”. Che spettacolo! Le signore, col fazzoletto in testa, in un secondo allestiscono una tavola di fortuna e l’odore di pasta col pomodoro basilico e cacioricotta e soprattutto l’odore di polpette al sugo quasi quasi ci stavano facendo accettare l’invito. A malincuore decliniamo l’invito: Antonio sta preparando per noi. E allora ne approfittiamo per farci un giro tra i filari di vite appena tagliati.
Qua e là troviamo qualche grappolo dimenticato tra le grosse foglie: mangiucchiando alcuni acini parliamo della DOP Locorotondo, della sua storia e delle sue caratteristiche. Anche i bambini si appassionano...e scorazzare tra i filari, facendo qualche foto ci riempie il cuore. Salutiamo la “squadra” che è ancora a festeggiare la fine del lavoro di vendemmia, il capocanale per l’appunto, e ritorniamo verso la Masseria.
Arrivando alla quercia dove avevamo lasciato le nostre bici, veniamo colpiti dalla bellezza con la quale Antonio e i suoi collaboratori avevano allestito la nostra tavola. Ci sediamo ad una lunga tavolata arancione, su un’aia sotto la chioma di un fragno attorniati da quercete, olivete ed orti: “che figata!” - scappa a qualcuno! Si comincia con il profumno di pane fatto in casa e la focaccia fumante, appena uscita dal forno a legna; frittelle con ricotta forte, capocollo di Martina Franca e stracciatella, formaggi, fave con le cicorielle selvatiche, verdure dell’orto grigliate e le immancabili zucchine alla poveretta, il tutto bagnato da un ottimo vino bianco della masseria. Al centro della tavola, ci sono piatti in ceramica di Grottaglie con le orecchiette fatte in casa, col pomodoro e il basilico fresco: ci dobbiamo servire in questi piatti “comuni” proprio come si faceva una volta. dulcis in fundo come secondo arriva la “pecora nella pignata”.
Un piacevole ritorno al passato per tutti: che bontà! Per dessert, fichi secchi mandorlati e tortini alla cioccolata...e poi la cameriera arriva con una caraffa strana: è la “cioccolatiera” antica in cui si teneva caldo il caffè! È amore a prima vista: quant’era buono quel caffè versato in questa maniera così strana! Quel sole caldo poi ci invitava a rimanere un altro po’ per godere dell’”aria della masseria”. Scoviamo un pallone e cominciamo a giocare tutti assieme. Le nostre bici però ci attendono e, anche se malvolentieri, ci rimettiamo a pedalare: dobbiamo raggiungere San Marco, popolosa frazione di Locorotondo! Durante il percorso tra le contrade locorotondesi, ci divertiamo a leggerne i toponimi: Nunzio, Impicananna, Serio, Montallippo, Ficazza.
È qui che incontriamo due splendidi asini di Martina Franca che ai nostri richiami si avvicinano amorevolmente! In lontananza vediamo una chiesa a trullo enorme: San Marco è vicina! Come ci aveva infatti detto il maestro Francesco Annese “Quando arriverete a San Marco vedrete trulli grandi, bellissimi: lì ci sono ancora i migliori maestri trullari”. Dopo qualche salita, eccoci a San Marco di sopra, dove lasciamo le bici. A piedi, percorriamo una originale pedoniera: è un passaggio tra bellissimi muretti a secco dove ci passa solo una persona...magra per giunta!
Questa stradina ci conduce alla Chiesa antica della contrada: è un gioiellino con le classiche coperture a cummersa, con le chiancarelle giustapposte e in cima un campanile a vela con la campana che si suona ancora tirando la corda dall’interno. Sono le ore 15,30 e c’è un silenzio magistrale. Ma noi con tutte queste emozioni non possiamo che essere “vocianti” e tra risate e abbracci scattiamo una foto di gruppo che rimarrà nel cuore di tutti.